L'espressione “catena del freddo” (o cold chain) indica il mantenimento di prodotti freschi e surgelati ad una temperatura costante in tutto il loro ciclo di vita, dallo stabilimento di produzione fino al punto vendita, attraverso tutti i momenti di trasporto e stoccaggio
Questo si traduce nella interruzione della catena del freddo con conseguenti rischi connessi. Ulteriori punti deboli della catena sono rappresentati dalle ultime due fasi: la conservazione nei lineari e nei banchi dei punti vendita e il trasporto da parte del consumatore finale.
Le regole sono spesso violate, soprattutto nelle fasi di trasporto e distribuzione finale. Per disattenzione e ignoranza, ma anche per furbizia. Poiché garantire il freddo richiede investimenti in impianti frigoriferi adeguati (ad esempio, con porte anti-dispersione).
L'interruzione della catena del freddo provoca il deterioramento di alimenti, farmaci, vaccini e tutti gli altri prodotti che necessitano di determinate temperature per la conservazione e la durata nel tempo
Questa temperatura è registrata automaticamente ogni 5 minuti, se il viaggio dura meno di 24 ore; oppure ogni 20 minuti, se il viaggio ha una durata superiore. Anche in questi casi, i dati delle temperature rilevate saranno conservati e messi a disposizione degli Enti preposti ai controlli.
L'espressione catena del freddo indica il mantenimento dei prodotti surgelati ad una temperatura costante e comunque inferiore ai -18 °C lungo tutto il percorso dalla produzione alla vendita, comprese le fasi di trasporto, stoccaggio ed esposizione.
Quando il prodotto alimentare subisce uno sbalzo di temperatura alcuni microrganismi possono risvegliarsi e diventare più resistenti alle temperature. Questi microrganismi intaccano le proprietà organolettiche del prodotto e sono nocive per la salute del consumatore.
Il consumatore a sua volta deve adottare opportune precauzioni, per evitare di compromettere la sicurezza degli alimenti dopo il loro acquisto. Occorre mettere il prodotto subito nel congelatore, ma se dovesse presentare problemi, ad esempio eccesiva acqua e consistenza non rigida, allora si consiglia di non consumare il prodotto e chiedere un rimborso o una sostituzione.
Abbiamo visto come il trasporto e la conservazione sono, evidentemente, le fasi cruciali in cui la catena del freddo rischia di essere interrotta. Come per il resto di cibi di natura non vegetale, anche le lumache che hanno subito una variazione di temperatura nella "catena del freddo", possono produrre microrganismi intaccano le proprietà organolettiche del prodotto e sono nocive per la salute del consumatore.
In Italia importiamo circa il 60% delle lumache per far fronte all'attuale richiesta del nostro mercato. Spesso queste lumache sono coltivate in ambienti chiusi e con mangimi, ma il problema non è la loro scarsa qualità. Il punto critico di queste importazioni è legato alla "catena del freddo", in quanto un elevata percentuale di queste lumache arrivano in Italia congelate o surgelate. Il lungo viaggio è, come abbiamo visto, il pericolo principale ad una possibile rottura della catena del freddo, con i possibili rischi che possono arrivare nelle nostre cucine.